Ranger Antonio Attianese – 8° Anniversario della sua morte e il ricordo del figlio Biagio

Pubblicato da Presidente AssoMilitari il

Antonio Attianese è stato un Operatore qualificato “Ranger” degli Alpini Paracadutisti (IV Reggimento “Rangers”), originario di Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno). Arruolatosi in giovane età, dal 2002 ha partecipato a due missioni in Afghanistan: la prima a Kabul con la missione ISAF e la seconda a Khost nell’ambito dell’Operazione Enduring Freedom .

DALLA DIAGNOSI ALLE CAUSE LEGALI

Al rientro in Italia, Attianese avvertì tracce di sangue nelle urine. Dopo esami, gli venne diagnosticato un carcinoma alla vescica collegato all’esposizione all’uranio impoverito contenuto nelle munizioni usate in missione. Da allora, iniziò un lungo calvario sanitario: più di 35 interventi chirurgici, asportazione di vescica e rene, centinaia di ricoveri e chemioterapia sperimentale

Nel 2005, quando Attianese chiese il rimborso spese mediche e supporto, non solo non ottenne assistenza, ma segnalò minacce e pressioni da parte dei suoi superiori militari ( i Capitani Crocco, Danieli e Diomaiuta oggi Colonnelli) per spingerlo a non rivolgersi a un avvocato”, come si evince da vari articolo e da un audio ivi richiamato:

 

Queste dichiarazioni furono confermate anche alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. Nel 2017, la Commissione ha acquisito gli atti e li ha trasmessi alla Procura militare di Roma.

IL DECESSO

Antonio Attianese è deceduto il 24 giugno 2017, all’età di 38 anni, lasciando una moglie, Maria, e due figli piccoli, Biagio e Carmen.

La sua morte ha suscitato cordoglio: il Comune di Sant’Egidio del Monte Albino ha proclamato il lutto cittadino. La cerimonia funebre ha visto la partecipazione di colleghi, familiari e membri delle associazioni militari Assoranger e Assomilitari, da lui co-fondati insieme all’amico e collega Mar. Carlo Chiariglione per tutelare tutti i colleghi, compresi quelli vittime di esposizione all’uranio impoverito.

Antonio Attianese non è stato solo un soldato valoroso, ma come riconosciuto da alcune sentenze definitive emesse da vari tribunali, anche una vittima della mancanza e/o scarsa tutela istituzionale nei confronti dei militari esposti a sostanze nocive. Il suo percorso, da Kabul ai vari Tribunali aditi, ha alimentato un dibattito necessario su sicurezza, trasparenza e responsabilità verso chi serve il Paese.

La sua battaglia per il riconoscimento del danno subito e i diritti negati continua attraverso associazioni e colleghi: un’eredità di coraggio, dignità e lotta civile .

Dopo la morte di Antonio nel giugno 2017, Chiariglione – insieme ad AssoRanger, AssoMilitari, amici e colleghi – diede vita a una raccolta fondi a favore dei figli Carmen e Biagio. L’iniziativa fu annunciata con un lungo post il 16 luglio 2017: una prima donazione collettiva, seguita da un contributo mensile di 10 € per quattro anni, utile a coprire spese mediche, legali e di sostentamento della famiglia.

https://www.carlochiariglione.com/2017/07/16/regaliamo-un-futuro-a-carmen-e-biagio-attianese/?utm_source=chatgpt.com

Il Presidente di Assomilitari Mar. Carlo Chiariglione, commilitone e amico di Antonio, lo sostenne per tutto il percorso di malattia e denuncia. Appena saputo della malattia lo supportò per quanto concerne le azioni da porre in essere per far riconoscere dall’amministrazione quanto dovuto, arrivando a testimoniare tali fatti durante le audizioni in Commissione Parlamentare sull’uranio impoverito, accanto alla vedova Maria Forino.

 

Chiariglione co-firmò e diffuse con Antonio una dura lettera d’accusa verso le istituzioni e i vertici militari, puntando il riflettore sui ritardi burocratici e il silenzio sulle responsabilità. Lo spinse a scrivere e inviare segnalazioni a Ministero della Difesa, Comando militare, Procure e giornalisti. Questo atto scatenò un primo coinvolgimento ufficiale, con il coinvolgimento del Capo di stato maggiore dell’Esercito Gen. C.A. Valotto e l’apertura di un fascicolo al Tribunale Militare di Roma.

 

Il faro venne poi tenuto acceso da Assomilitari attraverso una serie di articoli come quelli sopra richiamati, ovvero da vari eventi e attività ancora oggi in essere.

LA VOCE DI ASSOMILITARI

In tale percorso umano e legale ha avuto un ruolo sostanziale Assomilitari che si è mossa per giungere ad una verità e giustizia in favore di Antonio Attianese anche attraverso raccolta e divulgazione di prove (cartelle cliniche, documenti, testimonianze) che dimostravano il nesso causale tra la patologia di Attianese e l’esposizione all’uranio impoverito. Assomilitari ancora oggi cerca di non far spegnere il faro su tale vicenda attraverso lettere aperte, comunicati stampa e conferenze, anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma delle missioni estere e le esposizioni tossiche non riconosciute.

Assomilitari non ha soltanto onorato la memoria del suo co-fondatore, ha trasformato una tragedia personale in una battaglia collettiva, dando forma a un movimento che continua oggi a difendere la dignità e i diritti dei servitori dello Stato.

LA MARCIA RANGER

A mero esempio delle attività poste in essere da Assomilitari in collaborazione con Assoranger, si cita la “Marcia Ranger” del 2017.

https://www.carlochiariglione.com/2017/04/22/antonio-attianese-la-marcia-ranger-cerca-adesioni-e-sostegno-da-tutti-voi/

Iniziata il 24 aprile 2017 dalle pendici del Monte Cervino, in Valle d’Aosta, e si è conclusa il 28 maggio a Sant’Egidio del Monte Albino, presso l’abitazione di Antonio:

La marcia si è svolta principalmente lungo la Via Francigena, con tappe a staffetta: ogni team di almeno 3 persone percorreva ~120 km in ~72 ore, passandosi simbolicamente come testimone un Tricolore, fino alla consegna finale fatta nelle mani di Antonio presso la sua abitazione.

Tale marcia, seguita da diversi media nazionali, serviva a mostrare che “nessuno rimane indietro”: espressione della solidarietà e dello spirito di corpo, per far sentire ad Antonio che i suoi fratelli in armi erano e sarebbero sempre stati al suo fianco. Ma anche a rinnovare l’attenzione mediatica sui suoi diritti negati: la staffetta puntava a mantenere viva la pressione istituzionale e a ottenere giustizia, riconoscimenti e assistenza.

La staffetta riprendeva modalità militari: disciplina, collaborazione, resistenza. Era un gesto di solidarietà attiva, fisico e visibile, in linea con i valori operativi dei Ranger di cui Antonio era degno rappresentante. Il percorso, lungo e impegnativo, voleva sottolineare la lotta lunga e faticosa sostenuta da Antonio nella sua battaglia legale e sanitaria.

La Marcia dei Ranger è stata molto più di un gesto simbolico: ha rappresentato solidarietà militare concreta, impegno civile e strategia comunicativa efficace per sostenere Antonio Attianese sia nella battaglia dei diritti sia nel mantenimento dell’attenzione pubblica, trasformandosi in una campagna di visibilità, raccolta fondi e pressione istituzionale mirata.

8° ANNIVERSARIO

Oggi cade l’ottavo anniversario dalla morte di Antonio.

In questa giornata lo ricordiamo attraverso gli occhi e il cuore dei propri cari che mai hanno dimenticato il suo volto e il valore umano che concedeva senza limiti o filtri a tutti.

La moglie Maria e i figli Carmen e Biagio lo hanno quotidianamente nei loro cuori e nei loro pensieri. A conferma, ci piace citare la tesina scolastica che ha prodotto Biagio per la conclusione del suo percorso scolastico all’esame di terza media, per la quale ha ricevuto un grande applauso da tutti i professori e i presenti.

tesina Biagio Attianese Fine Copertina

 

 

Il ricordo dei propri cari li rende vivi ed eterni.


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